CHILDREN DINNER GAME

CHILDREN DINNER GAME @Gallinero #GloboGiocattoli

Dopo la pausa estiva, Apolid Group ritorna in azione con un nuovo format di intrattenimento e promozione del gioco per le famiglie e i bambini, ideato e sviluppato per il ristorante Gallinero di Villafranca di Verona: CHILDREN DINNER GAME con la speciale partnership di Globo Giocattoli.

L’inaugurazione sarà venerdì 06 ottobre 2017 alle 19:30 al Gallinero di Villafranca di Verona.

Un format che prevede nel primo venerdì del mese la serata evento con tornei e partite, organizzate dallo staff del Gallinero, e la presentazione dei giochi della Globo Giocattoli a disposizione per i bambini per giocare nell’area bimbi. Consigliata la prenotazione con menù game per la famiglia e il gioco scelto dai bambini in promozione da portare a casa e continuare a giocare!

Comunque per tutte le famiglie e per tutto il mese a seguire, ci sarà sempre la possibilità di prenotare o acquistare il menù game con il gioco della Globo Giocattoli in promozione per i bambini.

Tutti i venerdì si gioca con i Family Games:

  • Pizza in Equilibrio
  • Torte in Faccia
  • Tappettino dell’Oca

contatti : prenotazioni 045/6301994 – gallineroverona@gmail.com

www.gallinero.it | www.globo.it | www.fuori-fiera.com

FOTO INAUGURAZIONE 6 OTTOBRE 2017

Il gioco è diventato lo strumento principale che accompagna la crescita e lo sviluppo del bambino. Il normale sviluppo delle capacità umane, così come la normale crescita degli animali superiori, è strettamente collegato alla quantità e alla qualità dei giochi che questi hanno la possibilità di attuare durante il loro sviluppo. Per tale motivo l'essere umano, che si trova sul più alto gradino della scala evolutiva, gioca molto anche da adulto, giacché anche l'adulto ha bisogno di momenti di evasione, rilassamento, scambio, confronto, arricchimento.

Durante l'età evolutiva il gioco svolge svariate funzioni di tipo motorio, intellettivo, sociale, emotivo, affettivo. In particolare il gioco permette al bambino di allenare la mente e il corpo, sviluppare la fantasia, controllare l'emotività. Giocando s'impara a socializzare e comunicare in maniera efficace e adeguata sia con i coetanei, sia con gli adulti. Il gioco permette, inoltre, lo scambio immediato di cultura, informazioni e strategie tra le vecchie generazioni e le nuove. Non sono da trascurare. Infine gli effetti terapeutici del gioco nelle tante occasioni nelle quali il bambino per motivi vari presenta disturbi psicologici più o meno gravi.

Nell'antichità, Aristotele accostò il gioco alla gioia e alla virtù, distinguendolo dalle attività praticate per necessità. Immanuel Kant definì il gioco un'attività che produce piacere, classificabile in gioco di fortuna, gioco di arte e musicale, gioco di pensieri. Nemmeno la natura è priva di manifestazioni di giochi, quali le sovrabbondanze, le superfluità; Friedrich Schiller riconobbe in questo fenomeno la manifestazione del gioco estetico. Inoltre affidò al gioco la funzione di tramite per raggiungere la libertà e l'espressione della fantasia.

Per quanto riguarda la prospettiva sociologica, Roger Caillois definisce l'attività del gioco come:

• Libera: il giocatore non può essere obbligato a partecipare;

• Separata: entro limiti di spazio e di tempo;

• Incerta: lo svolgimento e il risultato non possono essere decisi a priori;

• Improduttiva: non crea né beni, né ricchezze, né altri elementi di novità;

• Regolata: con regole che sospendono le leggi ordinarie;

• Fittizia: consapevole della sua irrealtà.

Ma è la psicologia che più di ogni altra disciplina ha visto nel gioco il protagonista dello sviluppo psicologico e soprattutto della personalità del bambino. Il primo ad occuparsene fu Sigmund Freud, che rintracciò nei giochi del maschio, il tentativo di imitare il padre e ricoprirne il suo ruolo, mentre con i suoi giochi la femmina cerca di attuare quell'autorità che le viene negata. Freud segnalerà l'attivazione, durante i giochi dei bambini, del processo di identificazione. Il gioco è in grado di aiutare i bambini a superare le loro paure, perché gli consente di trasferire l'oggetto del timore su un altro oggetto, familiare e quindi non pericoloso. Un ulteriore affinamento dell'interpretazione dell'attività ludica viene dallo psicologo russo Lev Vygotskij, che considera il gioco anche come forza attiva per l'evoluzione affettiva ed umana del ragazzo, non solo cognitiva come in Piaget. Vygotskji critica anche le visioni del gioco come attività non finalistica e non produttiva, in quanto, seppur atto totalmente gratuito, costituisce un eccezionale elemento di crescita e di definizione della struttura di personalità in tutti i suoi aspetti.

Il giocattolo, come il gioco, svolge infatti una funzione importante nell'apprendimento, da parte dei cuccioli, di conoscenze e abilità che saranno loro necessarie nell'età adulta. Per esempio, i cuccioli di gatto utilizzano un gomitolo di lana come giocattolo ed iniziano a sviluppare abilità che (per lo meno nella vita selvatica) saranno necessarie per la caccia e quindi per la sopravvivenza. Data la tendenza istintiva dei mammiferi a giocare con gli oggetti, non stupisce che l'uomo, fin dall'antichità, si sia cimentato nella produzione e nel concepimento di oggetti specificatamente pensati a questo scopo. Spesso i giocattoli servono a un doppio scopo. Oltre all'intrattenimento, servono anche per aumentare le capacità cognitive e per stimolare la creatività. La coordinazione e altre abilità manuali si sviluppano dalle seguenti attività infantili di interazione con i giocattoli.

Nel mondo moderno, il concetto di giocattolo ha subito una serie di mutamenti, come la produzione industriale in serie, l'uso di tecnologie e metodologie di progetto sofisticate, la nascita di regolamentazioni specifiche orientate alla sicurezza, l'applicazione di copyright, e così via. In questo nuovo contesto, anche i giocattoli sono soggetti a fenomeni di rapida evoluzione nel tempo e all'imporsi non infrequente di "mode" temporanee: alcuni tipi giocattoli sono stati in commercio pochi anni, altri solo pochi mesi. In questo senso, i giocattoli si possono talvolta intendere come fenomeni di costume, che riflettono, e al tempo stesso contribuiscono a definire, la cultura ed il costume di un determinato periodo storico. Alcune categorie di giocattoli, però, sembrerebbero "sempre di moda", e probabilmente fanno parte del bagaglio culturale comune alle varie popolazioni ed istintivo dell'essere umano; questo vale sia per giocattoli la cui origine si perde nella storia, come bambole e soldatini, sia per altri di origine più recente, come le "macchinine". Ma anche in questo caso è quasi sempre possibile identificare un'evoluzione, o quanto meno una storia, delle loro caratteristiche specifiche (per esempio nella scelta dei materiali). Per esempio, se lo yo-yo risale all'antichità, gli yo-yo luminosi divennero un fenomeno molto popolare a cavallo fra gli anni settanta e ottanta, supportati dallo sviluppo tecnologico. Un altro fenomeno moderno associato al ruolo dei giocattoli sul mercato (anche globale) è la loro commercializzazione come gadget, per esempio associati a particolari film

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